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A Carnevale ogni ricetta vale: piccolo viaggio nei sapori italiani!

1 Febbraio 2020 A Carnevale ogni ricetta vale: piccolo viaggio nei sapori italiani!

Festa dimezzata causa CoVid? Niente paura, per fortuna il gusto del Carnevale da noi passa anche dalla sterminata tradizione culinaria. Percorriamo perciò lo stivale alla ricerca delle tante ricette tradizionali associate al periodo di Carnevale. Perché è vero che in questi giorni ogni scherzo vale, ma in fatto di gusto il Belpaese non scherza affatto

LA CULLA DEL CARNEVALE
Scherzi, maschere e risate: in Italia, dove in un colorato duello Venezia contende da sempre a Brasilia la palma di capitale mondiale del Carnevale, lo spirito dei fasti carnascialeschi è particolarmente sentito. Benché sin dal Quattrocento siano stati illustri e molteplici i tentativi di “cristianizzarla”, le origini della festa affondano solide radici nelle tradizioni pre-medioevali dei saturnali pagani, che dichiaravano aperto il periodo del Carnevale a partire dal Capodanno, dall’Epifania o dalla Candelora di inizio febbraio.
I giorni che più ci interessano, e nei quali la festa raggiunge il proprio apice, sono comunque quelli definiti “grassi”, ovvero il periodo che va dal giovedì al martedì prima delle Ceneri quaresimali. È in questo breve lasso di tempo che la fantasia e la creatività tutte italiane si sbizzarriscono, dai travestimenti alle burle. Senza dimenticare la cucina, ambito in cui nessun italiano può permettersi di scherzare, nemmeno a Carnevale!

TRA FRAPPE E CASTAGNOLE
L’intero stivale concorre dunque a portare in tavola le proprie creazioni più ricche e gustose, tra tradizione e innovazione, per placare l’appetito prima del periodo di penitenza e privazione della carne.
I dolci che uniscono nord e sud del Belpaese sono essenzialmente due, le frappe (che diventano chiacchiere, cenci, sfrappole o bugie a seconda della regione) e le più locali castagnole: due delizie che tutti identifichiamo con il Carnevale, con le seconde che possono guadagnare un extra di golosità grazie alle mille farciture ormai disponibili.
Ma se c’è una terra che in occasione del Carnevale smaschera tutte le proprie virtù culinarie, quella è la Campania: è dal paese di Pulcinella che arrivano due classici come le graffe, ricche ciambelle di patate fritte intinte nello zucchero, e il migliaccio – dai più conosciuto come pastiera napoletana – che rappresenta forse la combinazione per eccellenza di semola, ricotta, burro, canditi e agrumi. Una chicca partenopea per cultori (e temerari) è poi il sanguinaccio, crema di cioccolata per accompagnare le chiacchiere che veniva in origine aromatizzata con vero sangue di maiale. Ormai dimenticato, o redivivo solo in deludenti versioni apocrife (per motivi igienico-sanitari il sangue del maiale non è più vendibile al pubblico), chi ha provato il sanguinaccio garantisce sulla sua bontà: siete tra questi?

NON SOLO NAPOLI
Il regno delle due Sicilie si difende anche sul fronte del salato, con le sontuose lasagne di Modica: un leggendario multistrato di ricotta, pomodoro, polpa di maiale e di vitello e caciocavallo guarnito di odori e spezie. Ma anche Centro e Nord Italia non si fanno mancare nulla: che dire infatti delle raviole all’Alchermes, tradizione che a Bologna si tramanda di generazione in generazione, o delle frittelle di riso lombarde? Per non parlare poi di uno dei tesori nascosti più golosi del Carnevale nostrano, ovvero la crescionda spoletina: una preparazione in cui amaretti e agrumi giocano col cioccolato per dar vita a tre strati di dolcezza.


Potremmo andare avanti all’infinito, perché davvero – in Italia – paese che vai, Carnevale che trovi. Largo perciò a struffoli napoletani, zeppole sarde, cicerchiata abruzzese, teste di turco siciliane, scroccafusi marchigiani e schiacciata fiorentina: una colorata e gustosa babele di dolce e salato che rinverdisce l’equazione tutta italiana secondo cui servire un buon piatto è segno inequivocabile del volersi bene. Perciò, se anche questo Carnevale non potrà avere il brio collettivo che di solito lo contraddistingue, consoliamoci: soprattutto in Italia, l’allegria e il sorriso passano anche dalla tavola!

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