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Paese che vai, Natale che trovi: le tradizioni natalizie più curiose

1 Dicembre 2020 Paese che vai, Natale che trovi: le tradizioni natalizie più curiose

Forse non si potrà ancora viaggiare come si deve, ma un volo con la fantasia non ce lo toglie nessuno. E allora partiamo alla scoperta di uno, dieci, mille modi diversi di festeggiare la coppia di feste più famosa che c’è: Natale e Capodanno.

Se l’onnipresente Black Friday non vi avesse ancora risvegliato dal letargo autunnale, ci pensiamo noi: le festività natalizie sono in rapido avvicinamento! Per il secondo anno consecutivo, però, la gioia per l’avvicinarsi di Babbo Natale è resa in chiaroscuro dalla situazione sanitaria: i viaggiatori incalliti, in particolar modo, dovranno probabilmente rassegnarsi a festeggiamenti casalinghi o comunque “locali”.
A farvi respirare un po’ di sapori del mondo, fortunatamente, pensiamo noi: nell’attesa che il mondo torni pienamente accessibile, vi abbiamo organizzato un global tour lampo tra alcuni dei modi più strani di festeggiare il Natale e l’arrivo del nuovo anno. Allacciate le cinture!

CARAMELLE COLORATE E FOGLIE DI PALMA
L’icona principale del Natale, omoni barbuti a parte? Facile, è l’albero: ma restereste sorpresi nello scoprire in quanti modi i differenti Paesi del mondo lo addobbano. In Ungheria, per esempio, il tradizionale abete viene agghindato con le szaloncukor, caramelle tipiche rivestite di carta colorata che si aggiungono al più classico kit di candele, coccarde e noci dorate. In Africa gli abeti sono abbastanza difficili da reperire: l’albero di Natale è dunque un arco di foglie di palma intrecciate tra loro, a cui vengono appesi dei fiori candidi che contribuiscono alla celebrazione sbocciando esattamente il 25 dicembre. In Nuova Scozia le cose si fanno in grande: sin dal 1917 un gigantesco albero di Natale viene donato dalla città di Boston come ringraziamento per l’aiuto che la gente del posto offrì in occasione della tremenda esplosione che il 6 dicembre di quell’anno sconvolse la vicina città di Halifax.

UN NATALE A COLORI
Da noi il colore delle feste è il rosso, specie se accoppiato con l’oro: non parliamo solo della caratteristica tunica di Babbo Natale, ma anche della tradizione, a metà tra speranza e malizia, di indossare intimo rosso a San Silvestro per propiziarsi l’anno nascente. Ma in Sud America i gusti cambiano: in nazioni come Messico o Cile è il giallo il colore della festa, mentre in Brasile è addirittura il bianco, che potete vedere addosso ai tanti che festeggiano l’ultimo giorno dell’anno ballando – beati loro – in spiaggia.

DIAMO I NUMERI!
E, per finire, diamo i numeri: eh sì, la numerologia è fondamentale in ogni rituale, e l’accoppiata Natale – Capodanno non fa eccezione! I brasiliani – sì, quelli che nel paragrafo precedente avevamo lasciato a ballare in spiaggia – saltano 7 volte tra le onde sperando di vedere realizzati 7 desideri per il nuovo anno, ma mangiano anche 7 acini d’uva o 7 chicchi di melograno per propiziarsi la dea bendata. Anche il 12 è ovviamente molto gettonato: sono 12 gli acini che vanno mangiati negli ultimi 12 secondi prima del nuovo anno in Paesi latini quali Spagna, Venezuela e Costa Rica, ma anche 12 i rintocchi delle campane della cattedrale di Caracas e 12 i frutti rotondi che i filippini mettono in tavola come simbolo di prosperità. Il Giappone esagera: per il tradizionale Joya no Kane, allo scoccare dell’ultima mezzanotte dell’anno le campane di ogni tempio buddista suonano ben 108 rintocchi. L’obiettivo stavolta è tenere a debita distanza i 108 elementi del bonō, uno stato mentale che porta gli uomini a compiere azioni disdicevoli.

Festa noiosa? Al contrario, il periodo natalizio nelle sue forme più diverse e affascinanti continua a riservare numerose, strabilianti sorprese. Volete saperne (ancora) di più? Tenete d’occhio questo blog e le nostre pagine social!

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