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25 anni senza Mastroianni, il divo che amava la buona tavola.

1 Ottobre 2019 25 anni senza Mastroianni, il divo che amava la buona tavola.

Pochi attori italiani hanno lasciato un ricordo davvero indelebile: Marcello Mastroianni, che ci lasciava il 19 dicembre del 2006, fa parte di questa schiera ristretta di divi. Ma Mastroianni era una persona estremamente normale, lontano dalle follie di Hollywood e ben più vicino ai sapori culinari di casa nostra. Scopriamo questo suo lato “godereccio”.

Il cinema italiano del Novecento ha tante icone, specialmente quello che traghetta con onore il Belpaese dal boom economico che segue la fine del secondo conflitto mondiale fino agli iconici anni ’80. Ma se ce n’è uno che davvero ci rappresenta nel mondo, almeno in ambito maschile, è sicuramente Marcello Mastroianni. Nato nel ’24 e scomparso esattamente il 19 dicembre di 25 anni fa, è proprio a lui che dedichiamo questo piccolo articolo del nostro blog.

Perché? Perché il Benessere Autentico viene spesso corroborato dalla visione di un buon film, e di capolavori l’attore di Frosinone ne ha sfornati a decine: accompagnandosi a registi superlativi quali Petri, Germi, De Sica, oltre che ovviamente al suo “doppio” Federico Fellini, Mastroianni ha ricoperto una gamma sterminata di ruoli, dando lustro a pellicole che sarebbero poi rimaste nella storia, da “I Soliti Ignoti” a “8 e ½” passando per opere minori quali “Il Bell’Antonio” e “I Girasoli”. Chi non ricorda, d’altro canto, la gioiosa e disinibita Anita Ekberg a mollo nella fontana di Trevi mentre esclama l’indimenticabile “Marcello, come here”?

Mastroianni, però, trova posto nel nostro blog anche perché il suo approccio al cibo, marcato da un’infanzia difficile vissuta in tempi precari, è sempre stato estremamente appassionato e viscerale: “Hai la macchina? Andiamo a Ostia a mangiare il risotto alla pescatora,” proponeva puntualmente a Fellini mentre quest’ultimo provava invece a imporgli dimagrimenti drastici prima di ogni nuovo ciak. E De Sica, nelle lettere alla figlia, confermava l’attitudine godereccia dell’attore: “Non rinuncia a mangiare,” le scriveva disperato. “Mi ha promesso che in questi due giorni che lo separano dal primo giro di manovella dimagrirà due chili”. Ma, per Mastroianni come per il sodale Fellini, c’era un legame indissolubile, quasi una sovrapposizione, tra cibo, arte e vita: la conferma in una delle sue ultime dichiarazioni, dove afferma che “Alla fine della vita ricordo di più l’odore del cibo di mia nonna che aveva incontrato Greta Garbo. Sono un italiano medio e mi piace questa normalità”. D’altronde, quando – decretandolo definitivamente come un “eroe dei due mondi” cinematografico – il New York Times gli dedicò un glorioso servizio, la pancetta sfoggiata con nonchalance non sfuggì ai più critici: “Mi sono dimenticato di tirarla in dentro,” si limitò a commentare lui.

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